domenica 7 febbraio 2010

Tanto va la gatta al largo che ci lascia i gattini cecoslovacchi

Ho scritto l'articolo.
Sono mediamente soddisfatta.
Ora vado a correre,oggi è una giornata stupenda e conto di beccarmi gli ultimi colori del tramonto.
Stasera mi aspetta la bourgignonne (sarà scritto giusto? mah!) coi miei,poi farò la borsa e domani-coincidenze sperando-me ne vo a Milano.
Ah, Milano, alla fine ti saluto per poi tornarci sempre. Sarà perchè in fondo ti voglio bene, sei stata la mia casa per tanti anni e lo sarai ancora, dato la mia casa è dove sono io e dove qualcuno mi vuol bene.
Questo pomeriggio sono andata alla sfilata dei carri di Carnevale a Martignacco, mi sono divertita come una bimba, ho fulminato con lo sguardo la giovane infanzia molesta (dagli dei coriandoli e loro te li tireranno in faccia) e ho potuto ammirare mio fratello in tutta la sua bellezza: travestito da majorette, con le tette fatte coi palloncini, un uomo di quasi 1 metro e 90 con il tutù verde. Felice, il trascinatore del suo gruppo, divertentissimo.
Sono davver orgogliosa.
Gli lascio il privilegio dei geni di famiglia per gli occhi grigio-verde e io mi tengo i miei, che almeno ogni tanto un pò di colore verde ce l'hanno.

Che altro...
Ieri sera nella battaglia dei modi di dire ho portato la saggezza rivelando il significato del "a caval donato..." e offrendo alla plebaglia incredula la mia interpretazione de "la resa dei conti": chiaramente è un'espressione legata al fatto che i nobili fossero gli ultimi ad arrendersi una volta viste le chiare sorti di una battaglia, e che quando persino loro lo facevano ormai la situazione era talmente degenerata da essere giunta alla suddetta "resa dei conti". Almeno, a me piace crederlo.

GUIDA GALATTICA PER AUTOSTOPPISTI
La domanda delle domande? In realtà è: "Come fare a togliersi dalla testa la canzoncina dei delfini -So long and thank you for all the fish-?" Delirante ma sottile. Bella fantascemenza!

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