lunedì 23 luglio 2012

S- Alla fine, nel mezzo, prima.

...c'è Udine.

Arriva dopo una Milano intensa, con le sue strisce di albe dorate salutate tra il divano e il balcone.
Arriva e me ne riapproprio pezzetto per pezzetto.

Indosso due zoccoli alti, di legno bianco e levigato. Il piede ci si sente a casa, i talloni strusciano e non fanno male.
Mi siedo lungo la Roggia, un Naviglio in miniatura.
Nel silenzio, mi accoccolo su un vecchio lavatoio di pietra.
Mi fermo in un abbraccio non avuto e guardo la corrente.
Scorriamo assieme.
Con l'acqua passano tutti i ricordi delle ultime settimane, qualcuno lo lascio andare e altri, beh, quegli altri li tengo dentro.

Sanno di pioggia e grandine, di arrosticini, di strani cocktail allo zenzero.
Profumano di parole scherzate e di morsi (alla pelle, alla pizza, al legno del tavolo).
A volte arriva il suono di un treno che parte, o di monete in tasca.

Per coronare il tutto ripercorro lo spettacolo di mia cugina Aida che stanotte, sotto un cielo stellato ed enorme, in mezzo alla corte di una villa di campagna, ha cantato con Billie Holiday e con i suoi musicisti, commuovendoci tutti.
All'improvviso, mentre l'attenzione era sulla scena, ho spostato lo sguardo e ho incontrato il riflesso degli occhi di un grosso gatto rosso che mi fissava dal pagliaio, lassù, in alto, nell'oscurità.

E torna anche il cielo di questo pomeriggio, visto dal Castello, con l'angelo che ruotava lungo le linee del vento, le montagne nitide e vicine, le gambe arrossate.


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