domenica 26 agosto 2012

S- Scarti e buffet (2)

(...segue)


Comincia e dopo i primi 2 minuti di titoli di testa (cari anni '60) ci rendiamo tutti conto che qualcosa non va.
(manco fossimo già nel film surrealista!)

Non c'è l'audio.


A questo punto la gente comincia a ridere. A fischiare. Ad applaudire, a commentare, a fare cagnara. Io me la ghigno e aspetto. Una voce fuori campo si scusa e chiede un po' di tempo per sistemare il problema. Infatti dopo cinque minuti (e una prova suono che ha scoppiato qualche timpano qua e là) la stessa voce ripete le scuse ed introduce il film.
Che inizia, gloriosamente, con audio e tutto.


Nella mia mente comincio ad immaginare la stessa situazione in contesti diversi.
In Italia ci saremmo lamentati tutti. La voce non avrebbe mai detto nulla, probabilmente (Trenitalia-style), e molte persone si sarebbero alzate (manco avessero pagato il biglietto) e se ne sarebbero andate. Mezz'ora più tardi il film sarebbe iniziato con l'audio perfetto, e se lo sarebbe visto solo una manciata di reduci (tra cui quello lì che si era addormentato sulla sedia).
Penso che in Francia, per scusarsi, avrebbero offerto un bicchiere di vino a tutti i presenti, minori compresi.
In Svizzera non sarebbe mai successo, manco a pensarlo, mentre in Giappone il tecnico audio si sarebbe pubblicamente scusato per poi commettere seppuku nel corridoio fra sdraio e sedie.


Dopo essermi concessa questa serie di stereotipi (dai, su, era solo nella mia testa) mi sono concentrata su Buñuel, che merita sempre. Ripete, confonde, stravolge, scherza, maligna, uccide.
Surrealismo.


Nella prossima puntata magari potrei scrivere qualcosa sul buonissimo vino del moroso di Cecile e sulla mia decisione di andare a fare la vendemmia in Francia nel 2013.
Magari.

-piedino dal balcone-





(ps. l'emergenza nuovo coinquilino è finita, come è facile capire. )

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