domenica 16 settembre 2012

S- Friulidoc e panna del latte

Quando ero piccola (quanto tempo fa? quanti anni avevo? fino a quando è durata questa fase?) detestavo la panna del latte.
Non era proprio un odio, era più che altro uno schifo (sensazione condivisa con parmigiano crudo e finocchi cotti, altri due cibi che adesso amo e per cui spasimo); il latte e la sua superficie liscia erano buoni e perfetti, e la presenza di quei bordi arrugati mi infastidiva, mi disgustava. Le pellicole si appiccicavano al cucchiaio e restavano lì a fissarmi.
Rievocando, riesco ancora a sentire la familiare stretta allo stomaco.
Eppure il caffelatte riscaldato era così dolce e tiepido...
Non capivo perché la panna dovesse creare quell'ostacolo fra me e la colazione, distendendosi sulla superficie della tazza, frapponendosi, impedendo.
Forse era proprio quella sua testardaggine a farmela odiare.

Ora sento il profumo del caffelatte riscaldato e SBAM (un suono conosciuto, sempre lì, accompagnato dal contraccolpo al cervelletto) ecco le immagini, le sensazioni, la visione di mani più piccole e di tazze più grandi.
Sono in montagna, facciamo tutti colazione assieme in un grande stanzone. E' estate e sono al campo scout. E' luglio e sono al mare coi miei. E' tutto bianco ed è una mensa.
Il momento prevede caffelatte riscaldato, ed è stupendo (strano).
Porta con sè quell'orribile panna, quella pelle morta e raggrinzita e leggermente viscida al tatto e al gusto.

Ora ho 25 anni e mi piace anche la panna.


Appunto:
-FriuliDOC, Udine.
Vinelli, degustazioni, cortili illuminati, cieli altissimi e prati verdi e montagne nitide oltre il castello. Selezionata allo Spirito di Vino per il terzo anno consecutivo. Niente premi ma una cena simpatica con cestini di frico e camerieri odorosi di Ribolla.-

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