A Roma non ho fatto disegni.
Ho scritto due poesie, però.
Ho fatto a lotta di bottigliate d'acqua.
Ho rivisto chi se lo meritava e conosciuto chi se l'è meritato.
Ho ballato con Mannarino, cantando con altre migliaia di voci e con i fuochi d'artificio nella pancia.
Ci siamo seduti sul selciato per poi alzarci e ballare con le chitarre e con i brasiliani.
Abbiamo visto l'alba all'EUR.
Abbiamo salutato il sole, prima di trovare delle piume a Villa Ada.
Abbiamo cercato gli animali sui cornicioni, e siamo entrati in atrii immobili che nascondevano ascensori d'altri tempi.
E tutto questo, nonostante una città dura, nonostante il caldo mortale, nonostante il peso che ognuno si porta dietro, dentro, appeso all'ombelico.
Non importa in che città, a che ora, con che vestito: basta andare.
Le foto sono di gentile e varia concessione di Luca e Jean.
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