lunedì 2 aprile 2012
Aprile!
Si embargo, siamo ancora tutti qui.
C'è la camera da pulire; un murales, un cartellone e un'illustrazione da finire; è partita la lavatrice e il sole sta cercando, minuto dopo minuto, di tornare sul mio balcone.
Alla mia destra ci sono una pianta di aloe e un ciclamino, per non parlare di Romeo il Rosmarino che si è meritato acqua e qualche confidenza.
Vorrei non fare colazione qui, oggi.
Mi immagino già in una cucina a Milano o, ancora prima, nel salottino di Udine, circondata da orchidee e da gesti conosciuti. Alle mie spalle ci sarà il quadro che abbiamo dipinto io e mio padre.
Sarebbe bello mettersi e sfogliare vecchie fotografie, raddoppiando il solito desiderio di poter essere dappertutto con la voglia di riassumere tutti i momenti vissuti, sono tanti, mettendoli assieme in una sola tazza di caffè.
O di spremuta, una spremuta preparata apposta per me.
Fra cinque giorni torno in Italì per tre settimane; come al solito vorrei restare qui ancora un po', e allo stesso tempo essere già là. (Amici fisici, quand'è che arriva questo teletrasporto?)
La colpa è mia ma anche della primavera.
Perché?
Perché è perfetta!
E' un autunno carico di amore e fiorellini rosa e pappagallini e cani che si rincorrono per strada e biciclette e cime degli alberi in bassorilievo sul cielo e tetti delle case toccati dal sole (il primo? l'ultimo?)...
Ieri mattina scendevo da Grácia e sentivo il cuore aperto, meravigliato, stupefatto. Non avevo parole, sorridevo come una bambina e non volevo capire nulla. Basta con le parole!
E così pensando ho scritto, ovviamente, due righe dedicate a nessuno, in cui proclamavo a gran (inudibile) voce che al minimo tocco, in questo neonato mese d'aprile, mi sarei potuta innamorare.
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