Udine.
E mentre chiudo la porta di casa alle mie spalle (una porta chiusa e riaperta miliardi di volte, da quando sono nata) mi fermo un attimo e penso al gesto.
A dormire nel letto quello lì, ora.
Andare e non fuggire.
Sono dove sono, non dove potrei essere; quindi, qui, si fa quel che si fa qui.
Chiaro,no?
domenica 24 aprile 2011
domenica 17 aprile 2011
Partenze,arrivi,ritorni,fare spazio.
Fare spazio.
Dopo una festa impazzita e dopo sole,vento,salsedine e sabbia nei capelli.
Domani comincio a ribaltare quella che è stata la mia stanza per un anno e a prepararmi per un ritorno che sa di stranezza e di necessità.
Ci si allontana per vedere le cose e le situazioni con occhi lucidi.
La sfida credo sia prendere distanza e avere il coraggio di ritornare più grandi.
Vado in Italia e mi seguono i progetti e le immagini.
Vado in Italia ma non mi seguiranno i problemi: quelli voglio chiuderli, risolverli, farli a brandelli per poi usarne i pezzi, per poi farli miei, per costruirmi muscoli più forti.
Devo parlare e devo scrivere.
Ora torno al tavolo da disegno e non voglio sentire ragioni.
Ripropongo una vecchia poesia.
#
"Ogni volta che mi umilio
#
che le mie ginocchia
#
si sporcano di sangue
#
imparo a piegarmi meglio
#
imparo a piegarmi meno
#
imparo il significato
#
dello stare in piedi."
Vale la pena di riaprire una ferita, se questa ti impedisce di amare.
Vale la pena di buttarci sale e scoprire che si può amare e non essere corrisposti, che si può amare un'idea, che si può uscirne più forti di prima.
In fondo, quello che conta
ES ESTAR JUNTOS.
Dopo una festa impazzita e dopo sole,vento,salsedine e sabbia nei capelli.
Domani comincio a ribaltare quella che è stata la mia stanza per un anno e a prepararmi per un ritorno che sa di stranezza e di necessità.
Ci si allontana per vedere le cose e le situazioni con occhi lucidi.
La sfida credo sia prendere distanza e avere il coraggio di ritornare più grandi.
Vado in Italia e mi seguono i progetti e le immagini.
Vado in Italia ma non mi seguiranno i problemi: quelli voglio chiuderli, risolverli, farli a brandelli per poi usarne i pezzi, per poi farli miei, per costruirmi muscoli più forti.
Devo parlare e devo scrivere.
Ora torno al tavolo da disegno e non voglio sentire ragioni.
Ripropongo una vecchia poesia.
#
"Ogni volta che mi umilio
#
che le mie ginocchia
#
si sporcano di sangue
#
imparo a piegarmi meglio
#
imparo a piegarmi meno
#
imparo il significato
#
dello stare in piedi."
Vale la pena di riaprire una ferita, se questa ti impedisce di amare.
Vale la pena di buttarci sale e scoprire che si può amare e non essere corrisposti, che si può amare un'idea, che si può uscirne più forti di prima.
In fondo, quello che conta
ES ESTAR JUNTOS.
mercoledì 13 aprile 2011
RISOLUZIONI
mercoledì 6 aprile 2011
di nuovo, di notte.
Ricominciare a disegnare di notte, quando non hai altra compagnia che una luce, una latta, pennelli.
Un'artista ha bisogno di due cose: una deadline-fecha limite-termine e un progetto che lo possieda.
Possedere, sì.
Che gli riempia lo spazio dietro agli occhi e che lo costringa a non poter andare a dormire senza aver finito quel bozzetto, senza aver messo sul foglio quell'idea, senza aver aggiunto quel dettaglio che lo tormenta.
Ricordo quando disegnavo per la tesi. E quando, in Sangallo, costruivo modellini per l'ultimo esame di scenografia. Quello che mi vide con le crisi di pianto isterico e con il dover dire di non poter andare a Padova per la laurea di Franci.
Ah....il termine.
La data che incombe.
Che ti spinge a dare tutto.
So che fra venti giorni non sarò a Barcelona e questa è la mia fecha limite. Per prendere il sole sul pavimento e fare mezzanotte a delirare coi coinquilini, per correre alla spiaggia e prendere il bicing. Per perdermi fra immagini e parole nel Parc Güell e per buttare vecchi fogli scribacchiati. Per fare spazio ad una partenza...ed ad un ritorno.
Non voglio mettervi fretta, magari un poco sì.
ps.
INCENDIES (La donna che canta)
Guardatelo. Ascoltatelo. Pensateci.
La cosa importante...
...è stare assieme.
Un'artista ha bisogno di due cose: una deadline-fecha limite-termine e un progetto che lo possieda.
Possedere, sì.
Che gli riempia lo spazio dietro agli occhi e che lo costringa a non poter andare a dormire senza aver finito quel bozzetto, senza aver messo sul foglio quell'idea, senza aver aggiunto quel dettaglio che lo tormenta.
Ricordo quando disegnavo per la tesi. E quando, in Sangallo, costruivo modellini per l'ultimo esame di scenografia. Quello che mi vide con le crisi di pianto isterico e con il dover dire di non poter andare a Padova per la laurea di Franci.
Ah....il termine.
La data che incombe.
Che ti spinge a dare tutto.
So che fra venti giorni non sarò a Barcelona e questa è la mia fecha limite. Per prendere il sole sul pavimento e fare mezzanotte a delirare coi coinquilini, per correre alla spiaggia e prendere il bicing. Per perdermi fra immagini e parole nel Parc Güell e per buttare vecchi fogli scribacchiati. Per fare spazio ad una partenza...ed ad un ritorno.
Non voglio mettervi fretta, magari un poco sì.
ps.
INCENDIES (La donna che canta)
Guardatelo. Ascoltatelo. Pensateci.
La cosa importante...
...è stare assieme.
domenica 3 aprile 2011
"Ha sido muy fuerte"
Ogni giorno porta con sè un nuovo passo e nuove idee.
Una nuova sfida.
Ogni risveglio è una misurazione di esistenza
Ormai ci sono rituali che ho assimilato e piccoli gesti che continuano a sorprendere.
Come svegliarsi dopo 4 ore di sonno e correre in spiaggia a raccogliere i primi raggi di un sole un pò stanco ma che presto splenderà più di ogni altra stella, o ridere come bambine in cucina preparando verdure del solo colore verde.
Fa bene al cuore e all'anima.
Una nuova sfida.
Ogni risveglio è una misurazione di esistenza
Ormai ci sono rituali che ho assimilato e piccoli gesti che continuano a sorprendere.
Come svegliarsi dopo 4 ore di sonno e correre in spiaggia a raccogliere i primi raggi di un sole un pò stanco ma che presto splenderà più di ogni altra stella, o ridere come bambine in cucina preparando verdure del solo colore verde.
Fa bene al cuore e all'anima.
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